Dal Passato al Presente

Roma, a spasso nel Tempo

domenica 9 giugno

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PROGRAMMA

Non è la sindrome di Stendhal, quella che ti piglia e ti fa sentire piccolo e umile di fronte ai grandi capolavori, ma un po’ gli somiglia. È invece una sindrome di abbondanza, quella che assale il visitatore per le vie di Roma: cammini e ovunque, intorno a te, le testimonianze artistiche e storiche sono esibite in quantità clamorosa. Si resta inermi, e spesso è difficile trovare un proprio filo conduttore. La Roma imperiale si sovrappone a quella repubblicana, le memorie paleocristiane sorgono dal sottosuolo, il Medioevo travalica il Rinascimento, il Barocco deborda, pietre, mattoni, marmi si sovrappongono al punto che è affascinante girare lo sguardo, ma non sempre si riesce a cogliere il filo che lega tanta abbondanza. Per questo abbiamo pensato a una passeggiata, un itinerario archeologico e artistico che ci porterà alla scoperta di alcuni tesori nascosti e a svelarne altri che, pur avendo visto tante volte, non conosciamo a fondo. Inizieremo con la Roma Imperiale nell’area del Foro Boario, che era l’antico mercato del bestiame, costruito presso un rudimentale approdo vicino all’Isola Tiberina. Qui sorgeva un antichissimo santuario, l’Ara Massima di Ercole, al quale si aggiungeranno quello dedicato alla Fortuna e alla Mater Matuta, e quello di Ercole Vincitore, chiamato anche Tempio Rotondo per la sua pianta circolare. Passeremo poi al Medioevo romano, quando la parentela tra papi e famiglie nobili diventa un importante fattore di ascesa politica e sociale. Nascono così molte chiese che in questa giornata andremo a scoprire. Santa Maria in Aracoeli secondo la leggenda deve il nome alla visione che Augusto ebbe di una donna con il bimbo in braccio: l’imperatore chiese spiegazioni alla Sibilla Tiburtina che rispose: “Questa è la Vergine che porterà nel suo grembo il Figlio di Dio”. Augusto fece così costruire un altare che, con la fine del paganesimo, divenne una chiesa. Al suo interno è conservato un bel pavimento cosmatesco e un soffitto ligneo a cassettoni fatto eseguire dal Senato romano in ringraziamento per la vittoria di Lepanto. San Nicola in Carcere si erge nella zona dell’antico Foro Olitorio, dove nel periodo della Roma repubblicana sorgevano tre templi, trasformati in prigione durante il Medioevo, da qui il nome “in carcere”. Costruita nel 1128, fu dedicata al santo poiché nell’area viveva la comunità greca particolarmente devota a San Nicola. I tre tempi sono tuttora parzialmente visibili, essendo stati inglobati nei sotterranei. Percorrendo via dei Fienili, l’antica strada che prende il nome dai depositi di fieno che un tempo si trovavano in questa zona, si arriva alla chiesa circolare di San Teodoro, di culto ortodosso. Il santo fu martirizzato in questo luogo e la chiesa a lui dedicata fu costruita all’interno delle rovine di un grande deposito di grano che sorgeva qui: splendido è il mosaico dell’abside raffigurante Cristo assiso su un globo. La nostra passeggiata non potrà che concludersi con il monumento simbolo dell’Unità d’Italia: il Vittoriano. Il candido, gigantesco complesso marmoreo, che troneggia in piazza Venezia, rappresenta il simbolo dell’identità e dei valori nazionali ma anche di assoluta eccellenza storica e artistica. Questo grandioso esempio di architettura neorinascimentale, vero e proprio museo di scultura a cielo aperto, fu costruito a partire dal 1885 su progetto di Giuseppe Sacconi per celebrare Vittorio Emanuele II, il “re galantuomo” che tanto aveva contribuito al processo risorgimentale. Ufficialmente inaugurato nel 1911, acquistò il valore simbolico di altare laico della nazione con l’inserimento nel 1921 della Tomba del Milite Ignoto. Nel dopoguerra però molti identificavano il Vittoriano solo con il regime fascista, che ne aveva fatto un palcoscenico della sua retorica. La vera riscoperta si deve al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che nel 2000, dopo un restauro, lo apre al pubblico come simbolo dei valori identitari e della storia della patria. Ma il luogo più emozionante è forse la terrazza delle Quadrighe, alla sommità del monumento: si sale con gli ascensori panoramici, come sospesi nel vuoto, e giunti sulla spianata a 70 metri di altezza, tra le quadrighe bronzee che simboleggiano l’Unità e la Libertà d’Italia, si gode uno spettacolare panorama a 360 gradi su tutta Roma.

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QUOTA

Quota di partecipazione € 95,00
La quota comprende: Viaggio in bus e pedaggio
• Biglietto d’ingresso al Vittoriano • Servizio guida • Auricolari
• Assicurazione Medica • Accompagnatore